Presentata la prima opera di Guia Jelo “Donna Giudizia – jelodicoaguia”

Presentata di recente, al Castello normanno di Motta Sant’Anastasia, la prima opera di Guia Jelo: “Donna Giudizia – jelodicoaguia”, Algra Editore (2017).

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Fatti gli onori di casa l’assessore alla cultura, Tommaso Distefano, l’Autrice ha parlato del suo “libruccio” (come carinamente lo definisce) con il prof. Pino Pesce che ne ha apprezzato, con le prime battute, la fluidità della prosa, infiorettata di parole e di modi di dire siciliani, anche arcaici.  Ne mette poi fuori, il professore, il carattere travolgente e di fuoco di Guia, tanto impetuosa quanto affettuosa e capace di superare ogni torto subito; a tal punto di dedicare il suo libro ai suoi ex mariti.

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Come la “sciara”, Guia deriva dal fuoco dell’Etna; quindi «pietra nera: innocua, ferma, dolente, malinconica e nostalgica». Da qui il richiamo della prefatrice Maria Rosaria Gianni (Capo redattore del Tg1 Cultura) che ha paragonato la scrittrice alla «lava» che «sotto la superficie brucia di fuoco intenso»; quindi «una scrittura rivoluzionaria», per Pesce, che riporta all’«acqua ribollente sotto uno strato di ghiaccio» come un critico americano definì la “Beate Generation”.

Il libro è una raccolta delle lettere indirizzate a “jelodicoaguia” (rubrica di “Sicilia in Rosa”, magazine de “La Sicilia” rivolto alle donne), e delle meditate risposte di Guia, anche quando sembrano sbarazzine ed ironiche perché sotto c’è un’ironia ponderata e seria; è un “revival” della rubrica “La posta del cuore” di “Donna Letizia” (in realtà Colette Cacciapuoti Rosselli) degli anni ’60 e ’70.

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È sì un libro da leggere sotto l’ombrellone ma è certamente un volumetto che ci permette di scoprire la Guia donna, «piena di mille insicurezze ancora alla ricerca di risposte» in continua evoluzione «rimanendo – come lei stessa dice – bambina».

La serata – dalla chiara valenza culturale ed artistica – è stata armoniosamente costellata dal preludio del soprano Margherita Aiello, dai musicisti Maria Schillaci e Mario Guarnera, e dalle letture di alcune pagine del libro ben interprete da Luisa Ippodrino, da Gabriele Vitale e dalla stessa Autrice.

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