11 settembre: anniversario dell’attacco alle torri gemelle

L’attentato alle torri gemelle è indubbiamente uno dei più gravi attentati terroristici dell’età contemporanea che segna un bilancio di oltre 2.997 morti e 6.000 feriti

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In occasione dell’attentato alle torri gemelle il presidente Trump ha commemorato così le vittime: “I terroristi che ci hanno attaccati pensavano di poterci impaurire e di indebolire il nostro spirito, ma l’America non può essere intimidita e quelli che ci provano si aggiungeranno presto alla lista di nemici sconfitti che hanno osato mettere alla prova la nostra tempra“.

I terroristi, affiliati all’organizzazione terroristica di matrice fondamentalista islamica al-Qāʿida, dirottarono quattro aerei, due dei quali si schiantarono contro le Torri Nord e Sud del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo venne dirottato contro il pentagono e il quarto contro la casa bianca schiantandosi però in un campo vicino a Shanksville.

Agli attacchi terroristici (come riportò il quotidiano “la Repubblica”) l’ex presidente americano George W. Bush rilasciò tali dichiarazioni: “Su mio ordine, le forze militari degli Stati Uniti hanno iniziato gli attacchi contro i campi di addestramento dei terroristi di Al Qaeda e contro le installazioni militari del regime dei Taleban in Afghanistan. Questa azioni attentamente mirate hanno come fine quello di distruggere l’uso dell’Afghanistan come base terroristica e di attaccare le capacità militari del regime dei Taleban […]”.

Un grande giornalista e uomo di pace, Tiziano Terzani, dopo l’attentato dell’11 settembre, in risposta alle dichiarazioni di Bush affermò: “Secondo me ha fatto la cosa più sbagliata che potesse fare, c’erano tante altre alternative, per esempio aprire un dialogo, non tanto con i terroristi, ma col mondo islamico per isolare il terrorismo. Poi sono pienamente convinto che i terroristi non si eliminano uccidendo i terroristi e chiudendo le basi terroristiche, ma eliminando le ragioni che danno origine al terrorismo […]. Posso dire che intellettualmente Bush aveva molte scelte, ha preso la più banale, la più automatica, la più ovvia e la più orribile: quella di usare una grande violenza per risolvere il problema di una violenza. Abbiamo mai visto nella storia del mondo una violenza che ha messo fine a una grande violenza? […] Forse la violenza non è la soluzione ai conflitti, forse l’odio davvero genera solo l’odio; e come disse quel grande indiano di 2500 anni fa […] «l’odio genera solo l’odio. E l’odio si combatte solo con l’amore»”.

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