Roma: 75° anniversario delle relazioni tra Giappone–Santa Sede

Il 22 giugno, si è svolta a Roma, presso la Residenza dell’Ambasciatore del Giappone, la conferenza stampa in occasione del 75° anniversario delle relazioni diplomatiche Giappone – Santa Sede.

Hagoromo (2)

Il 22 giugno alle ore 16,00 si è svolta a Roma, presso la Residenza dell’Ambasciatore del Giappone, la conferenza stampa in occasione del 75° anniversario delle relazioni diplomatiche Giappone – Santa Sede. Sono intervenuti: l’Ambasciatore Yoshio Nakamura, il Maestro Kazufusa Hosho, il Maestro Tatsunori Kongo, il Maestro Sengoro Shigeyama.

Nel saluto introduttivo, l’Ambasciatore Yoshio Nakamura, dopo i ringraziamenti di rito ha dichiarato: “Oggi siamo qui non solo per farvi conoscere la bellezza della tradizione giapponese, ma anche per definire di nuovo il ruolo della cultura nel nostro tempo. Il teatro Noh è nato grazie al fatto di aver assorbito da circa mille anni le culture del mondo, tra cui certamente quella dell’Antica Roma. Siamo convinti che potremo ancora crescere attraverso il rispetto per paesi, religioni e culture diverse. Attraverso la rappresentazione “Okina”, lo spettacolo più antico del teatro Noh, ci auguriamo di trasmettere lo spirito della comprensione reciproca”.

Il Maestro Kazufusa Hosho ha parlato della scuola Hosho, una delle cinque scuole shite fondate 650 anni fa a Nara. In origine le rappresentazioni si tenevano in luoghi religiosi, come templi o santuari. Nel corso della storia, supportati dalle famiglie shogunali, gli spettacoli venivano apprezzati soprattutto dalla classe militare e aristocratica. Nel periodo Edo la scuola prosperò grazie al mecenatismo della dinastia degli shogun Tokugawa. Quando però il governo feudale dell’epoca Edo crollò, molte scuole Noh dovettero sciogliersi. Il sedicesimo Maestro della scuola Hosho, Tomoharu Hosho, e altri artisti Noh si impegnarono tuttavia a difendere la loro attività e permisero alla tradizione di sopravvivere. La scuola Hosho è conosciuta per la raffinatezza e delicatezza del canto: “Uta Hosho”. Paragonata alle altre scuole, quella Hosho, usa le più diverse tecniche vocali e si distingue per l’espressività delle melodie. La scuola gode del sostegno di molti ammiratori oltreoceano, in particolare gli Stati Uniti.

La scuola Kongo, come spiega il Maestro Tatsunori Kongo, è un’altra delle cinque scuole shite e trova le sue origini nella compagnia di sarugaku Sakado-za connessa al tempio Horyuji a Nara.

Okina 1-1

All’alba del periodo Muromachi divenne una delle quattro compagnie di sarugaku di Yamato al servizio del tempio Kofukuji. L’attuale caposcuola, il maestro Misanori Kongo, appartiene alla XXVI generazione della scuola Kongo.

La scuola Kongo è conosciuta per i suoi movimenti dinamici, ma al contempo perfettamente aggraziati nella danza: “mai Kongo” (danza Kongo). La scuola è famosa inoltre per la sua rinomata collezione di maschere e costumi, tra cui la “yuki no koomote”, maschera donata dal celebre guerriero Toyotomi Hideyoshi e l’affascinante maschera “Magojiro”, a volte chiamata “Omote Kongo” (maschera del Kongo). Delle cinque scuole, quattro si trovano a Tokyo, mentre la scuola Kongo è l’unica ad aver sede a Kyoto. Il Teatro Noh Kongo è situato in questa storica città di grande tradizione culturale, in cui si tengono molte rappresentazioni legate alla tradizione giapponese. La scuola porta frequentemente importanti spettacoli oltreoceano, tra cui si ricorda la storica rappresentazione per Papa Giovanni Paolo II nel 1984.

“Il Noh è nato assorbendo con rispetto elementi culturali di altri paesi e differenti civiltà e facendone una filosofia. Da un passato lontano, dalle civiltà dell’antica Roma, della Grecia, di Bisanzio, lungo la via della seta, o ancora dall’India e dall’Indonesia, attraverso i mari, le arti del noh e kyogen sono sorte dalla fusione di tutti questi fermenti nel clima e nel contesto peculiare del Giappone. La storia del Noh e Kyogen nasce da questa molteplicità di stimoli, esercitando poi un forte influsso sulla cultura giapponese delle epoche successive. Il “design” è certamente uno degli ambiti che ha maggiormente risentito delle influenze dal continente: tra i costumi a disegni geometrici utilizzati nella danza Okina, che vedrete in questi giorni, si può riconoscere l’influenza della civiltà romana.nLe rappresentazioni degli spettacoli: Okina, Hagoromo, Resurrezione di Cristo, che saranno in scena al Palazzo della Cancelleria il 23 e 24 Giugno, rappresentano un viaggio a ritroso nella cultura e nello spirito della Roma antica”, ha concluso il Maestro Sengoro Shigeyama.

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