Alla facoltà di Psicologia dell’Università di Catania, durante i laboratori del professor Tullio Scrimali, si è discusso di cannabis ludica.
Un successo. Sotto tutti i punti di vista. Persino quando si parla di un tema scottante come quello della legalizzazione della cannabis.
Stiamo parlando dei laboratori svolti all’Università di Catania dal prof. Tullio Scrimali -docente di Psicologia Clinica delle Dipendenze- in presenza del Capitano Paolo Bombaci -comandante del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catania- sulla legalizzazione o la penalizzazione della cannabis.
La topica è stata analizzata secondo l’approccio complesso sviluppato dal Prof. Tullio Scrimali (Il Vincolo della Dipendenza, Franco Angeli, Milano, 2011), con riferimento a vari punti di vista e cioè, analizzando il problema secondo una dimensione interdisciplinare.
In questa ottica sono state proposte ed illustrate le posizioni di politici proibizionisti –senatore Giovanardi- e di magistrati favorevoli alla legalizzazione, come Henry John Woodcock.
Hanno preso parte ai seminari il dr. Giuseppe Nicosia – impegnato nella battaglia per la legalizzazione e oggi considerato uno dei più autorevoli “grower” italiani di cannabis e, da parte dello Stato, una presenza autorevole a questi laboratori disciplinari e cioè, quella del capitano Paolo Bombaci -Comandante del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catania.
L’ufficiale ha esposto con chiarezza l’argomento della legalizzazione o penalizzazione della cannabis anche grazie ai suoi animati e vivaci powerpoint che hanno suscitato il vivo interesse da parte degli studenti.
Il capitano, da sempre impegnato nella lotta al traffico di stupefacenti, ha descritto gli aspetti dello stesso traffico internazionale di queste sostanze, illustrando il lavoro svolto con assiduità e successo operativo dalla Guardia di Finanza.
È d’obbligo una considerazione tecnica, esposta da Bombaci. Una considerazione, questa, che fa riflettere.
E cioè, gran parte del lavoro investigativo e di repressione che confluisce nel sequestro di tre quarti delle sostanze confiscate alla malavita riguarda i cannabinoidi.
Appare dunque chiaro -anche se il Capitano Bombaci con equilibrio e professionalità si è saggiamente ed abilmente defilato da domande ‘politiche’- che la legalizzazione dei cannabinoidi alleggerirebbe le Forze dell’Ordine che potrebbero così dedicarsi con maggior disponibilità di risorse di uomini e di mezzi, al contrasto dello spaccio di droghe pesanti e alla repressione della criminalità organizzata.
Grande soddisfazione, quella degli studenti di Psicologia per il corso accademico di Scrimali, che in fondo non si basa solo su didattica ex-cattedra secondo un orientamento cognitivo complesso, ma che coinvolge anche più aspetti operativi della drammatica realtà, tale è quella delle dipendenze patologiche da sostanze, da comportamenti -quali il gioco d’azzardo compulsivo- e da relazioni romantiche disfunzionali.