Renato Giordano, un endocrinologo romano, ha una ricetta per migliorare il rapporto medico-paziente che si chiama “Theatrical based medicine” e si tratta di un metodo di comunicazione basato sull’insegnamento delle tecniche teatrali.
Un endocrinologo romano ha una ricetta per migliorare il rapporto medico-paziente. Lui è Renato Giordano e quello che prescrive si chiama Theatrical based medicine (Tbm). Si tratta di una metodo di comunicazione basato sull’insegnamento delle tecniche teatrali che Giordano illustra durante corsi organizzati in giro per l’Italia e spiega in un manuale teorico pratico pubblicato da Pacini Editore. Il teatro – scrive nell’incipit – è la prima medicina inventata dall’uomo per proteggersi dalla malattia e dall’angoscia, ma anche la prima forma di comunicazione.
Per Giordano la Tbm, attraverso le tecniche teatrali aiuta a rafforzare l’empatia, la partecipazione. È in grado di contribuire a rendere più efficace il dialogo tra medico e paziente e aiuta ad acquisire e rinforzare i metodi e gli strumenti per comunicare più efficacemente anche all’interno di un team sanitario. “Chi meglio di chi conosce il palcoscenico – si chiede Giordano – sa quanto sia importante riuscire a comunicare nel modo giusto con lo spettatore, e far sì che non si vada incontro a un insuccesso?”.
Medico ed esperto di comunicazione Giordano, dopo aver fatto due mestieri per una vita intera senza che l’uno invadesse il campo dell’altro ad un certo punto comprende di avere le capacità per insegnare ai medici come migliorare la comunicazione con i pazienti. “Quando mi capitava di sentire le lezioni sulla comunicazione – dice Giordano – pensavo questa è la teoria, ma la pratica? Chi insegna a noi medici le tecniche per migliorare la comunicazione? Allora ho deciso che dovevo impegnarmi in questo senso”. Così è nata la Tbm che rappresenta un punto di svolta nella sua vita, il punto in cui le sue due vite parallele, quella del teatro e quella della medicina si sono incontrate.
Mi riceve nel suo studio all’Asl. La stanza dove visita i pazienti somiglia un po’ al foyer del Tor di Nona, piccolo teatro al centro di Roma, che Giordano dirige ininterrottamente dal 1979. Anche nei panni di medico traspare quell’aria da artista. “Ho sdoganato da tempo la cravatta, proprio non la sopporto”, dice mentre mi mostra le locandine dei suoi spettacoli alle pareti.
Il suo racconto parte dalle esperienze teatrali, di quando prima ancora di vestire il camice bianco aveva recitato con registi di fama come Anton Giulio Majano, Mario Scaccia, Luchino Visconti. “Visconti mi vide mentre stavo facendo una piccola parte in Via col vento sotto la regia di Majano – dice Giordano – e mi portò all’Eliseo”.
Ci tiene a sottolineare che il motivo per cui ha tenuto separati teatro e medicina per quarant’anni era per non dare l’impressione di fare entrambe le cose in modo non professionale.
Poi parla dei suoi tanti lavori da regista. “Ho scritto tante cose andate in scena in tutto il mondo. Anche testi importanti – dice il nostro endocrinologo – ma sono quelli più leggeri ad aver superato i 15 anni di repliche”.
Fiero mi racconta che nonostante il teatro si è laureato in cinque anni. “Sono diventato un medico come mio padre – dice Giordano – e prima di lui mio nonno. La medicina da noi era una questione di famiglia”. Renato Giordano, possiamo azzardare è il Carlo Goldoni dei giorni nostri. Anche il drammaturgo settecentesco era stato avviato dal padre medico all’arte di Esculapio.
Box: in autunno a teatro con Franco Oppini
Per vedere nuovamente Giordano a teatro bisogna aspettare i prossimi mesi di ottobre e novembre quando sarà in giro per l’Italia in scena con “Mi ritorni in mente” con Franco Oppini. Un omaggio agli anni ’60 ‘70, con musiche dal vivo, che si replica da oltre 15 anni. Ancora con Franco Oppini a dicembre sarà a Roma con Singapore sling, una commedia scritta per denunciare in maniera insolita lo scandalo delle calcio scommesse. Per saperne di più sulla Theatrical based medicine o per seguire il cartellone: www.renatogiordano.it
“Visconti mi vide mentre stavo facendo una piccola parte in Via col vento sotto la regia di Majano”
(Fonte: giornale della previdenza, Enpam)